Come comunicare sui social per essere ascoltati, alcune riflessioni per piccole e medie imprese/attività.
E’ scontato affermare che in questa era era digitale, la presenza sui social media è spesso indispensabile per le piccole e medie imprese.
In una sovraesposizione di informazioni quotidiane, il dubbio se il nostro messaggio è in grado di raggiungere un pubblico in target ed essere compreso è sempre elevato.
E’ indubbio che se la visibilità dei nostri account è bassa, ci dobbiamo chiedere se stiamo pubblicando contenuti che meritano attenzione, sia da un punto di vista visivo che di contenuti.
Abbiamo visto negli anni, purtroppo molto spesso, un errore macroscopico e comune a tante attività: un megafono che viene ignorato. Molte realtà, pur avendo potenzialmente molto da dire, cadono nella trappola di utilizzare i social come se questo fosse un megafono. Questo approccio trascura un aspetto cruciale della comunicazione digitale: la reciprocità. I social non sono un canale unidirezionale, anche se in apparenza lo si può pensare. Sono luoghi dove sono nate delle comunità, dove ascolto e iterazione sono tanto importanti quanto la condivisione.
Raramente ci poniamo la domanda: pubblico qualcosa di interessante per il mio pubblico? La risposta a questa domanda non risiede nella quantità di ciò che pubblichiamo, ma nella qualità e nella rilevanza. Solo i contenuti che generano maggiore interesse e interazione sono quelli che ragionevolmente rispondono a un bisogno o a un desiderio, sia esso informativo, o ispirazionale, o semplicemente divertente.
Immaginate nel settore del travel: è più appetibile una mera offerta commerciale per invitarmi ad acquistare una vacanza alle Cicladi (che molto probabilmente non conosco o non so dove esattamente sono ubicate) o una “proposta” che descriva perchè le Cicladi possono essere il luogo ideale per una vacanza perfetta?
Se non abbiamo idea di CHI sia il nostro pubblico e cosa cerca su questi canali abbiamo sicuramente un problema. Per quello è essenziale utilizzare gli strumenti di analisi per studiare le preferenze, i comportamenti e i tempi in cui i nostri potenziali clienti sono più attivi.
Lo sforzo che dobbiamo fare è quello di concentrati sulla creazione di contenuti che aggiungono valore alla vita del nostro pubblico grazie a una strategia ben definita. Questo può variare, da consigli utili specifici del settore a storie che possono ispirare i nostri clienti o potenziali.
Spesso nelle pagine non rileviamo un incoraggiamento a interagire con i contenuti attraverso domande, sondaggi e inviti all’azione. Certo non è semplice creare interesse, ma è altrettanto vero che non provarci non è la soluzione; una partecipazione attiva crea community e aumenta la visibilità dei contenuti.
Inoltre nella costruzione dei contenuti non dimentichiamo un valore assoluto: la spontaneità e la genuinità. Rappresentazioni “finte” (es. ingaggio di attori) per realizzare video e/o post non paga. Se mostriamo il lato umano della nostra attività, ci poniamo al pubblico in modo trasparente e questo ci consente di acquisire la loro fiducia.
Fino alla noia non ci stancheremo di ricordare che le prestazioni dei contenuti vanno costantemente monitorate. Capire quali post generano maggiore engagement e il perché ci aiuterà a rifinire la strategia nel tempo.
In conclusione riteniamo sia importante passare dalla fase “megafono” a quella “magnetica” per attrarre pubblico in target. Interessato ad ascoltare quello che abbiamo da dire. Questo passaggio richiede tempo, pazienza, competenze, aggiornamenti costanti e soprattutto una profonda comprensione delle esigenze e dei desideri del nostro pubblico.
E’ essenziale che le nostre aziende/attività trasformino gli account da semplici vetrine come spesso sono a vere e proprie community dove l’ascolto è primaio e le iterazioni hanno un valore.